A tanti piace viaggiare, ma non sempre si pensa che la strada è importante quanto la meta: se si sbaglia strada, non si raggiunge la meta; ma se non abbiamo una meta, qualunque strada ci farà girare a vuoto. Se poi prendiamo la via giusta, ma procediamo nella direzione sbagliata, più corriamo lungo la via e più velocemente ci allontaniamo dall’obiettivo.
Quante volte anche a noi succede di intraprendere un percorso di vita, un’amicizia, un lavoro, una storia con una persona e, strada facendo, verifichiamo che i contesti cambiano, le persone si rivelano diverse da come speravamo; noi stessi non ci sentiamo all’altezza della situazione…
È molto difficile avere una guida sicura con cui vivere un vero dialogo, un compagno di viaggio che non abbandona, consiglia con discrezione, invita senza obbligare, propone senza imporre, rispetta i tuoi silenzi, condivide con te i suoi talenti e ti aiuta a realizzare i tuoi sogni.
I Dodici questa fortuna ce l’hanno avuta: conoscere Gesù - e riconoscerlo come amico - è bastato loro per seguirlo e amarlo. Quando, però, dopo tre anni, lui stesso parla di partenza, di ritorno a casa del Padre, restano sconcertati. Tommaso parla per tutti, continuando con lui un dialogo sincero e mai interrotto, anche nei momenti più duri: vuol sapere come continuare a seguirlo, anche ora che nessuno dei discepoli ne conosce la via. La risposta di Gesù apre orizzonti inediti, inesplorati: un cammino tutto nuovo, adatto agli amanti del viaggio della vita.
Provare a fidarci di Gesù come Via, Verità, Vita è sfida, provocazione, possibilità, realtà per raggiungere la meta: l’amicizia con Dio. La sua parte - fino alla morte e alla risurrezione - Gesù l’ha messa già.
Ora sta a noi metterci sulla linea di partenza: il viaggio è al suo start ogni giorno. Con l’avvertenza che - se dovesse risultare necessario - Lui è sempre pronto a farsi trovare lungo la strada per ascoltarci e darci una mano.
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