Processo Messina Denaro: Mario Santo Di Matteo nel trapanese. L’incontro tra Bellini, Gioè e Brusca - [3 aprile 2019]
E’ stata poi la volta dell’ex mafioso del mandamento di Altofonte, Santino Di Matteo, padre del piccolo Giuseppe che fu ucciso brutalmente da Cosa nostra l’11 gennaio 1996, che ha parlato degli episodi criminosi con cui ha concorso con il boss di Castelvetrano, come l’attentato a un tal Greco insieme ad altri ragazzi che entrarono in conflitto con la famiglia di Alcamo.
Il teste ha poi parlato anche dell’omicidio del boss di Alcamo Vincenzo Milazzo che a suo dire si potrebbe inserire all’interno di dinamiche di potere in contrasto a quelle di Riina, in quanto quest’ultimo “doveva mettersi la Sicilia nelle mani”. Dietro a quel delitto, però, potrebbe anche esserci altro, con il capomafia di Alcamo che sarebbe stato contrario alle stragi e che avrebbe partecipato anche ad incontri in cui sarebbero stati presenti agenti del servizio di sicurezza.
Dopo qualche giorno dall’omicidio di Milazzo, la compagna Antonella Bonomo si sarebbe rivolta a Di Matteo chiedendo se avesse visto il marito. "Io cercai di aiutarla andando da Antonino Gioè dicendogli che sono venute queste persone che cercavano Milazzo e mi disse ti faccio sapere - ha raccontato il teste - Parlò con Brusca e gli disse che non l’aveva vista. Poi il giorno dopo Gioè mi disse che avevano ucciso questa ragazza”.
L’incontro tra Bellini, Gioè e Brusca
Di Matteo ha poi parlato dell’incontro che c’è stato tra Paolo Bellini, ex esponente di Avanguardia nazionale, vicino al mondo dell'eversione nera, Antonino Gioè e Giovanni Brusca. “Conosco Bellini tramite Gioè nel ’90. Antonino uscito dal carcere nel ’89 aveva dato appuntamento a casa mia a questo Bellini. - ha spiegato - Gioè mi disse che faceva parte dei servizi segreti, ma poi ho capito che non faceva parte di niente. Gioè si doveva interessare per fare trovare un quadro e Bellini si interessava a far togliere il 41bis e far uscire Bernardo Brusca e qualche altro. Gioè lo ha portato a casa sua, Brusca non si è fatto vedere e non voleva vederlo perchè diceva che era dei servizi, ma ascoltava dietro la porta. - ha continuato - Gioè diceva che questo Bellini era amico di Spadolini che era presidente del Senato”. Il pentito ha poi ricordato di essersi rivisto con Bellini nel 2006-2007 a Pagliano: “Quando sono diventato collaboratore di giustizia, in una stanza io dissi che questo lo conosco e non pensavo fosse Bellini. Invece lui si ricordava bene di me. Ma poi non ne abbiamo più parlato. A me sembrava più un imbroglione che altro”. [[ Ссылка ]]
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