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La fecondazione eterologa, da qualche mese possibile anche in Italia dopo che per molti anni la Legge 40 aveva costretto molte coppi a rivolgersi all'estero per effettuarla, offre oggi opportunità nuove nell'ambito della procreazione medicalmente assistita, e necessita della donazione da parte di una terza persona, di gameti femminili o maschili, ovuli o spermatozoi quando all'interno della coppia non è possibile recuperarli anche con la tecnologia più avanzata. Ma quali limiti vi sono ancora nella tecnica che sta già permettendo a molte coppie di raggiungere la gravidanza? E quanto è importante una uniformità di regole in tutte le regioni d'Italia per far sì che le opportunità siano pari per tutti? E quali saranno in prospettiva i problemi più rilevanti(come ad esempio il reperimento dei gameti femminili)? Lo abbiamo chiesto alla Prof.ssa Elisabetta Coccia, Professore Associato di Ginecologia e Ostetricia all'Università di Firenze, Direttore della'Unità di Precreazione Medicalmente Assistita dell'Azienda Careggi, Firenze che ci spiegato come oggi si debba ricorrere alle banche estere di gameti ma si deve sensibilizzare le donne sulla possibilità di donarne quando se ne abbiano in eccesso, di come finalmente siano finiti i viaggi della speranza che costringevano molte coppie a compiere esperienze gravose all'estero e di come il vissuto di ogni coppia debba sempre essere tenuto in considerazione quando si inizia un percorso di fecondazione assistita eterologa, per fornire tutte le informazioni necessarie ed accompagnare il più serenamente una coppia a realizzare il suo desiderio di diventare genitori.
