Il museo delle cere milanese era in stazione Centrale
Andrea Cherchi / Corriere Tv / CorriereTv
Anche Milano può dire di avere avuto un museo delle cere che, per anni, è stato uno dei musei più particolari della città. Nulla a che vedere con i più celebri musei londinesi e parigini, il museo delle cere milanese era in stazione Centrale ed era visitato in gran parte da viaggiatori arrivati in anticipo in stazione o che avevano perso il treno. Nessuna coda, nessuna ressa e nessuna prenotazione obbligatoria, tanto che, quando il museo ha chiuso a fine anni novanta, non se ne è accorto quasi nessuno. La domanda più ricorrente, tuttavia, quando si parla del museo è sempre la stessa: «Dove sono finite le 80 statue che popolavano le stanze del museo?».
Qualcuno penserà che sono finite in un magazzino comunale, altri penseranno che sono andate perdute. Nessuna di queste ipotesi. Le statue sono state acquistate dall’associazione Postumia di Gazoldo degli Ippoliti nel mantovano che ha dato nuova vita al museo delle cere milanesi come ci spiega il presidente dell’associazione Gianni Vaccari. Chiunque visiti il museo su due piani nell’elegante sede dell’associazione in pieno centro a Gazoldo degli Ippoliti, troverà stanze dedicate ai pontefici con l’aggiunta della statua di Papa Francesco, le rievocazioni storiche con Cavour, Napoleone, Garibaldi e Mazzini, arte e letteratura con Dante, Manzoni e Leonardo, la televisione, il cinema e la musica con Mike Bongiorno, Totò e Adriano Celentano. Lo spazio è davvero ben allestito e curato e merita una visita. Nel museo, oltre alle statue, trova anche spazio un allestimento dedicato alla grande soprano Rosina Storchio, nonché cimeli storici provenienti da donazioni private.
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