Il manifesto pubblicitario artistico nasce e si diffonde in Francia nella seconda parte dell’800, in piena rivoluzione industriale.
Si passava in quel periodo da una società agricola ad una meccanicizzata; ci fu l’introduzione di nuovi prodotti e nuove invenzioni ed è qui che si sentì il bisogno degli “afficheur” ovvero di quegli artisti capaci di promuovere le nuove aziende attraverso i loro disegni e la loro arte.
Quello considerato da tutti gli storici della materia il “padre” del manifesto pubblicitario è Jules Chéret, l’uomo che per primo capì come sfruttare la cromolitografia, riuscendo ad ottenere nuove sfumature di colori dalla sovrapposizione degli stessi.
L’invenzione della litografia ad opera di Alois Senefelder è del ‘700, ma si deve aspettare il 1850 per ottenere i colori; si capì infatti che un manifesto pubblicitario per funzionare doveva essere colorato, sgargiante, capace di attrarre l’attenzione di un passante anche se distratto.
Parlando di manifesti colorati e della necessità di attrarre gli sguardi dei passanti qui, sul tavolo, abbiamo due esempi molto esplicativi, creati dall’artista italiano, livornese, Leonetto Cappiello: questo blu è del primo periodo di Leonetto Cappiello, più precisamente del 1902 – manifesto molto raro e molto prezioso; meno prezioso ma più importante, perché contiene una delle caratteristiche principali che poi ha contraddistinto l’artista Cappiello, è questo di “Cognac Pellisson” del 1920, molto meno raro di quest’altro esemplare, presenta però la caratteristica ‘campitura nera’, il tratto caratteristico di Leonetto Cappiello, almeno della seconda fase di Leonetto Capiello – la ‘campitura nera’ è quella che permette ai colori di emergere, di fuoriuscire.
Dal manifesto francese di artista italiano passiamo ad uno belga Privat-Livemont, uno degli afficheur più talentuosi della ‘Belle Epoque’. Pur se non sembra, anche questo manifesto è un’immagine pubblicitaria, semplicemente è lo stato del manifesto privo di testo.
La creazione di un manifesto pubblicitario avveniva in diversi step, in diverse fasi, con la posizione di più matrici litografiche ovvero pietre litografiche; questo che state vedendo è il risultato ottenuto precedentemente alla apposizione del testo, più precisamente il testo che andava qui era “Cacao Van Houten” ovvero ‘cioccolata calda’. In particolare questo manifesto ha ancora più pregio per la presenza della dedica dell’artista – come potete vedere c’è una dedica con firma autentica e con data.
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