G. F. SANCES (1600-1679)
Lagrimosa beltà
I SOLISTI AMBROSIANI
Tullia Pedersoli soprano
Davide Belosio violino
Franco Lazzari tiorba
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Lagrimosa beltà
Per cui già nott'e dí
Cotanto sospirai, come sei tu
Divenuta cosi?
Il barbaro chi fu,
Qual cor pien d'impietà
Potuto ha incrudelir contro di te?
Misero, ben lo so,
Né poi negarlo a fé,
Il tempo fu, l'età
Che tanto vale e può.
Inlanguidito ha'l sen,
Ha scolorito l'or del tuo bel crin.
Mirate donne, il fin,
Mirate che vien men
Ogni cosa mortal:
Col tempo arte non val,
Questo e colpo comun,
Schermir nol puote alcun;
E dopo il lampo, il tuon.
Chi si mostrò crudel
Non merita perdon,
E l'esser infedel
A gl'amanti è di turca empio rigor
Aspetta col simil.
Rendete donne il cor,
Tutto pietoso e humil,
Imparate a lasciar quel fasto alter,
Raddolcite il pensier,
Il bello non risplende in costei più,
Né si può dir qui fu.
Dunque, chi bram' haver lunga beltà
Usi, usi pietà.
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