I maltrattamenti nei confronti dei bambini di tre anni della sezione "Cuccioli" dell'asilo Il Delfino di Rimini hanno sconvolto l'intera città felliniana che ora si trova a chiedere giustizia a gran voce. Ma non solo. Anche sicurezza. Si perché se quei gesti sono costati caro alla maestra 61enne riminese che ora si trova agli arresti domiciliari, i genitori di quei bimbi e molti altri cittadini si sono mossi per chiedere più tutela. Non hanno perso tempo, dunque, coloro che sono stati colpiti da questo dramma ed è stato così creato un gruppo su Facebook: "Le fasce deboli non si toccano". Quest'ultimo ha mostrato l'intenzione nelle ultime ore di scendere in piazza cavour con un sit-in al fine di "chiedere sicurezza, ad esempio con controlli a sorpresa e telecamere. Non solo in scuole nido e materne ma in tutte le strutture dove sono presenti soggetti deboli, come pure gli anziani". "Una manifestazione pacifica – sottolineano gli organizzatori – dove poter esprimere la propria indignazione per i fatti accaduti". Si muove qualcosa anche dal punto di vista politico. L'avvocato Pier Paolo Poggi, della lista "Uniti si vince per cambiare Rimini" che sostiene la candidatura a sindaco di Marzio Pecci della Lega Nord, ha messo a disposizione l'assistenza legale gratuita "a favore delle famiglie che hanno dovuto subìre il verificarsi di tali gravissimi fatti". Dopo l'arresto dell'insegnante che ha alle spalle 40 anni di carriera negli asili nido comunali riminesi, scoppia la raccolta firme, inoltre, per chiedere l'installazione delle telecamere. L'ondata di indignazione è iniziata.
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