Un alone di mistero e di esoterismo avvolge da sempre l'agricoltura biodinamica e le sue pratiche, declassate da molti (anche da certa branca del mondo scientifico) a culti magici e nulla più. A credenze da superstiziosi o, al limite, a tentativi infruttuosi la cui applicazione stenta a trovare riscontri concreti nella pratica. Lungi dal voler dare un giudizio definitivo circa i fondamenti della biodinamica, siamo andati nelle Langhe a vedere come queste pratiche - definite 'pseudoscientifiche' e 'basate sulla visione spirituale antroposofica' - sono state applicate nella terra del vino. "La biodinamica è il tentativo di trovare un equilibrio tra la natura e l'uomo" spiega Enrico Rivetto, titolare dell'omonima azienda agricola, unico produttore di vino nelle Langhe ad essere certificato Demeter, marchio che garantisce la certificazione biodinamica di un prodotto. "Per essere riconosciuti come azienda biodinamica, non bisogna solo seguire dei dettami specifici, ma è necessario abbracciare dei criteri etici e di equilibrio aziendale" prosegue Rivetto. Ma come fare a distinguere nel concreto l'agricoltura biodinamica dall'agricoltura biologica, per esempio? Ce lo siamo fatti spiegare da Stefano Vegetabile, legale rappresentante dell'azienda agricola Nuove Rotte: "Semplificando, possiamo dire che la biodinamica è un'agricoltura naturale, cioè che guarda al sistema e non si specializza su di una sola coltivazione". Ecco perché tutte le aziende (piccole o grandi) che praticano i dettami biodinamici non sono mai monoculture, ma estendono il loro raggio d'azione e di produzione attraverso i cosiddetti 'corridoi biologici'. ."Poi vi è certamente tutta la parte legata ai preparati biodinamici - prosegue Vegetabile -. Sono dei sistemi che vanno a sostenere la pianta nelle varie fasi della sua crescita". Molto diffusi sono, ad esempio, il preparato 500 e il 501, detti anche cornoletame e cornosilice: "Questo tipo di preparati vengono molto spesso autoprodotti dalle aziende - racconta Alessandro Ceretto, proprietario di Vitivinicole Ceretto -. Consistono in letame di vacca messo a riposare per 6 mesi nel sottosuolo in corna di vacca. Dopo di che viene dinamizzato nell'acqua e poi spruzzato in piccole dosi sulle piante". .Sono molti i dubbi sollevati circa l'utilità e la bontà del metodo biodinamico. Secondo Ceretto, molti di questi sono però legati ad una non conoscenza della pratica: "Essendo una simil-omeopatia, la scienza contesta fortemente la biodinamica. Tuttavia, se provassimo a confrontare il metodo tradizionale con quello biologico e quello biodinamico, noteremmo che a livello di salubrità del suolo il metodo biodinamico ottiene sempre i risultati migliori". .Di Davide Cavalleri
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