Milano, Santuario di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso
Concerto di 5 campane Do3 (Fratelli Barigozzi 1902)
Concerto a 5 campane per la S. Messa vespertina nella solennità di Pentecoste
Il santuario di Santa Maria dei Miracoli sorge in luogo sacro, reso tale dal martirio dei santi Nazaro e Celso. I due santi subirono il martirio e furono sepolti nel medesimo luogo dove vennero ritrovati, il 10 maggio 396, dal vescovo sant'Ambrogio. Il corpo di san Nazaro fu trasportato nella basilica dei Santi Apostoli, mentre san Celso trovò riposo al di sotto di una piccola nicchia con l'immagine della Madonna, fatta edificare dallo stesso Ambrogio. Nel 997 l'arcivescovo Landolfo II fece costruire un celebre monastero al posto della piccola chiesa di San Celso, ormai cadente. Nel 1430 il duca di Milano Filippo Maria Visconti fece costruire una piccola chiesa per proteggere la celebre Madonna di Sant'Ambrogio. Nel 1485 scoppiò una violenta epidemia di peste, che spinse i fedeli a riempire molte chiese milanesi, con la speranza di un intervento divino capace di far cessare il terribile flagello della malattia. Il 30 dicembre di quell'anno la chiesetta era affollata da circa trecento persone quando, dopo la comunione, la statua della Madonna scostò con la mano sinistra la tenda che la nascondeva, antichissimo uso che continuava ancora a quel tempo nei giorni feriali. A quel punto fissò lo sguardo su quasi tutti i presenti, tendendo verso di loro il bambino Gesù; poco dopo questo miracoloso episodio la peste cessò improvvisamente. La curia istituì un serio processo canonico, che riconobbe il miracolo l'1 aprile del 1486. La costruzione del nuovo santuario iniziò nel 1493, su progetto di Gian Giacomo Dolcebono. Nel 1504 si decise di aggiungere alla chiesa un grande portico antistante, operazione resa possibile grazie alla demolizione di alcuni piccoli edifici di proprietà dell'abbazia di San Celso. La bellissima chiesa, terminata nel 1506, venne giudicata da subito troppo piccola; alla navata principale, decorata da una monumentale volta a botte impreziosita da ricchi cassettoni, vennero aggiunte le due laterali, il coro e un deambulatorio simile al Duomo, il tutto a cavallo tra il 1513 e il 1514. La facciata, il cui completamento era previsto negli stessi anni dell'edificazione delle navate laterali, venne realizzata solo nel 1563 in stile manierista. La decorazione pittorica fu realizzata in due fasi distinte, per via del periodo di transizione politico-artistica: con la morte di Francesco II Sforza, il Ducato di Milano entrò a far parte dei possedimenti di Carlo V d'Asburgo, mentre nel frattempo moriva il celebre artista Bernardino Luini. La chiesa, che godeva di un'insolita autonomia politica, venne riccamente impreziosita con una serie di tele di importanti artisti, tra i quali spiccano Gaudenzio Ferrari, il Cerano, Camillo e Giulio Cesare Procaccini, Carlo Francesco Nuvolone, Antonio Campi, il Bergognone e Callisto Piazza. Nel transetto di sinistra si venera la statua marmorea dell'Assunta di Annibale Fontana, completata in seguito da Giulio Cesare Procaccini. L'antico affresco della Madonna dei Miracoli, si trova sotto un altare alla sinistra del presbiterio ed è visibile solo durante alcune feste, mentre nella navata sinistra è collocato un affresco del XIV secolo, raffigurante una Madonna con il Bambino che fu vista lacrimare nel 1620. Di notevolissimo interesse risulta essere anche la pavimentazione interna, che ricalca specularmente la meravigliosa volta su progetto di Martino Bassi da Seregno. Il monastero che sorgeva sul lato destro della basilica venne demolito a metà del XX secolo, mentre ciò che rimane della basilica è frutto di un intervento di demolizione di quattro campane, in modo da lasciare un po' di luce al santuario annesso ormai ampliato. L'annuncio delle funzioni sacre è scandito da cinque bellissime campane, collocate sul romanico campanile dell'antica basilica di San Celso: uno dei pochi concerti cittadini scampati alla requisizione bellica del 1943, in piena Seconda guerra mondiale. Il corpo di san Celso è tuttora conservato in una teca di bronzo dorato, un tempo utilizzata come altare per le Messe e ora tornata alla sua collocazione originaria. Da secoli è tradizione che le spose milanesi, subito dopo la celebrazione del matrimonio, portino un mazzo di fiori alla Madonna. La torre campanaria è conosciuta come il Campanile dei Sospiri, nome che deriva proprio dall'affidamento che le giovani sposine facevano ai piedi del campanile, alla Madonna qui venerata; i sospiri di cui reca memoria sono anche quelli di santi, combattenti e fedeli che nel corso dei secoli sono passati da questo luogo, affidando speranze e piangendo i propri cari.
Un ringraziamento al rettore padre Diego e al campanaro padre Pierino.
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Le campane della Basilica di San Celso, Milano
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