Dopo l’area feste, anche il parco giochi per i bambini quest’anno non riaprirà. È un’estate da dimenticare per l’Auser di Voghera che, a distanza di 30 anni circa dalla fondazione e dopo tre anni di stop dettati dalla pandemia con gli spazi destinati ad hub vaccinale, a causa dell’emergere di un problema edilizio non ha più potuto riprendere le sue tradizionali attività ludiche che consentivano anche di far quadrare i conti, mettendo a rischio l’esistenza stessa dell’associazione di volontariato e la sua opera di trasporto degli ammalati. Siamo stati sul posto, con il presidente Carlo Mogolino, per vedere effettivamente qual è l’abuso edilizio tanto difficile da sanare, al punto da rischiare di rischiare di far chiudere i battenti a un’associazione di volontariato che conta oltre 600 tesserati e svolge migliaia di trasporti sanitari all’anno.
La struttura ospita l’Auser da metà degli anni ’90, quando l’associazione si fece carico di rimetterla in funzione. Prima di allora, per un lungo periodo era stata luogo di bivacco di tossicodipendenti così come l’area dell’odierno parco giochi. Fu costruita in epoca fascista, per ospitare la colonia elioterapica. In questa immagine dell’epoca si può vedere la parte di struttura originaria con il porticato aperto che è stato chiuso con la veranda all’inizio degli anni 2000 per consentire le attività nei mesi invernali.
Nonostante 15 mesi di tentativi di dialogo tra associazione, Comune e Soprintendenza ai beni architettonici (a cui spetta l’ultima parola essendo un bene tutelato) oggi la soluzione non si trova. E a peggiorare le cose, ci si è messa anche la modifica delle leggi del terzo settore che ha costretto a chiudere il parco giochi.
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