Walter Benjamin (Charlottenburg, 15 luglio 1892 – Portbou, 26 settembre 1940) è stato un filosofo tedesco, famoso per la sua teoria della perdita dell’aura nell’opera d’arte contemporanea, espressa nel saggio “L’origine dell’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”. Qui Benjamin sostiene che l’introduzione, all’inizio del XX secolo, di nuove tecniche per produrre, riprodurre e diffondere, a livello di massa, opere d’arte, abbia radicalmente cambiato l’atteggiamento di pubblico e artisti, provocando una rivoluzione politica nel rapporto tra arte e potere. L’avvento della industria culturale e del cinema, connesso ai nuovi mezzi per riprodurre un’opera d’arte in qualsiasi tempo e luogo, da una parte genera, secondo Benjamin, la perdita dell’unicità dell’opera d’arte, espressa con il concetto di “aura”. Da evento irripetibile, qual era, infatti, l’opera si trasforma continuamente, attraverso la moltiplicazione delle riproduzioni. Questo fenomeno provoca una serie di cambiamenti sociali e politici, primo tra tutti l’impossibilità, da parte dei regimi totalitari, di generare un controllo sociale attraverso la detenzione o il controllo delle opere d’arte. La perdita dell’aura, dunque, corrisponde sì alla perdita di unicità ed essenzialità di un’opera d’arte ma, in una qualche misura, diventa uno strumento di liberazione delle masse dal controllo di aristocrazie e regimi totalitaristici.
Per ricordare il filosofo, Rai Teche propone un estratto del programma “Sentieri della ragione” che, nel 1981, dedica una puntata ad una riflessione sulla teoria dell'aura.
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