Caparezza - La Scelta - 2021 - del suo album "Exuvia"
"Uno degli elementi ricorrenti del nuovo album è la stasi, il limbo, il 'non luogo' senza via d’uscita. Come si viene fuori da questa impasse? Esiste un solo modo: fare una scelta, prendere una decisione. Ho immaginato di trovarmi davanti ad un bivio, due sentieri che si diramano dal bosco, ciascuno sponsorizzato da un guardiano. Il primo è Beethoven, un musicista che ha composto fino alla morte nonostante sia stato continuamente bersaglio delle avversità, nonostante una dannata otosclerosi gli abbia impedito di godere del proprio talento rendendolo sordo a 30 anni per esempio. Un’ostinazione, la sua, che mi ha sempre rincuorato durante le crisi creative. Ovviamente Beethoven mi indica la strada della consacrazione all’arte. Di diversa opinione è l’altro guardiano, Mark Hollis dei Talk Talk, scomparso di recente, personaggio che amo ma che cerca di dissuadermi dal fare della musica la mia ragione di vita. 'O faccio il tour o faccio il padre' avrebbe detto durante un’intervista. Mark ha abbandonato i lustrini dello spettacolo nel pieno della sua ascesa, dedicandosi sempre più di rado alla sua carriera discografica. Adesso tocca a me fare la scelta giusta." [Caparezza]
Lirycs:
Da grande suonerò la “Pastorale”, ora sul piano resto curvo come un pastorale.
Mio padre è d’umore un po’ grigio, mi vuole prodigio
ma sono solo un bambino e c’è rimasto male.
Padre lascia stare l’alcool, ti rovini, sei severo quando faccio tirocini.
Io sono romantico ma pure tu. Mi vedi solo come un mazzo di fiorini!
Sono Ludovico, culto, mito, donne mi scansano come avessi avuto il tifo.
Troppi affanni, a 30 anni ho perduto udito, tu mi parli e mi pari un fottuto mimo.
Se la mettiamo su questo piano la mia vita ha senso se la mettiamo su questo piano,
quindi prendo lo sgabellino e lascio la corda, canto l’“Inno alla gioia”
perché vedo l’abisso ma su questo, plano.
Scrivo mille lettere, faccio rumore, lotto col silenzio ma ce la farò.
Tengo la mia musica, lascio l’amore, io sarò immortale, la mia amata no.
E sono contento della scelta che ho fatto. Nemmeno un rimorso nemmeno un rimpianto.
Si, sono contento, che bella scoperta. Non serve nient’altro che fare una scelta.
Patetica, eroica, patetica, eroica, patetica, eroica, questa è la mia vita non dimenticarlo.
Mi chiamo Marco.
Sento il gelo dei riflettori, vorrei rimanerne fuori ma il mondo vuole che vada in tour.
Entro in classifica perché la fama è cieca, così cieca che in fondo non mi riguarda più.
E’ un buon lavoro, incasso da molto, vale come un disco d’oro in cassa da morto,
voglio fissare mio figlio, il tempo passa e m’accorgo
che sto fissando un foglio tipo carta da forno.
Hey, sono Marco, new romantico, sotto palco scompaio, “puff” come borotalco.
Che guaio, bruciano il mio contratto ché il sound è cupo, rarefatto.
Ho preparato un ritiro veloce, la mia famiglia è più importante di un giro di note
e questi parlano, parlano mentre io sto ricucendo la vita con un filo di voce.
E non lascio lettere, niente rumore, amo il mio silenzio e non comprendi quanto.
Grazie per gli applausi ma ho scelto l’amore, questa è la mia vita non dimenticarlo.
E sono contento della scelta che ho fatto. Nemmeno un rimorso nemmeno un rimpianto.
Si, sono contento, che bella scoperta. Non serve nient’altro che fare una scelta.
Patetica, eroica, patetica, eroica, patetica, eroica, questa è la mia vita non dimenticarlo.
O continuare gli accordi o game over, Guardare il mondo da sobri o in hangover
Mi dico giocati il jolly, per dove? O Mark o Bee
Casa e famiglia o canzoni e le prove, O con i figli o tra i corni e le viole
Mi dico giocati il jolly, per dove? O Mark o Bee
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