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Il dolore è sicuramente un sintomo, ma quando diventa persistente deve essere considerato come una vera e propria patologia in sé, da riconoscere e trattare sempre, perché un dolore cronico, anche se moderato, è una condizione invalidante che inficia fortemente la qualità di vita.
Purtroppo il dolore cronico moderato è sotto stimato e sotto trattato, o gestito in modalità fai da te con il ricorso a farmaci antinfiammatori, mentre è importante che i farmaci utilizzati siano i più appropriati, e fra questi anche gli oppiacei, che non devono più essere visti con timore, soprattutto oggi che sono disponibili nuove formulazioni come quella dei cerotti transdermici a base di bupremorfina a basso dosaggio che possono essere utilizzati anche nei pazienti più anziani.
E’ quindi importante costruire una nuova cultura della medicina del dolore, e per conoscere lo scenario della gestione del dolore cronico oggi in Italia sono state realizzate due ricerche, da SIAARTI e da Onda con il contributo non condizionante di Sandoz, da cui emerge uno scenario complesso, da cui partire per migliorare i paradigmi terapeutici di chi soffre di dolore cronico.
Nel corso del convegno dedicato alla Medicina del Dolore e al trattamento appropriato del dolore cronico moderato abbiamo intervistato:
Consalvo Mattia, Professore Associato in Anestesia, Rianimazione e Medicina del Dolore presso il Dipartimento di Scienze e Biotecnologie Medico-Chirurgiche, Università La Sapienza di Roma
Walter Gianni, Responsabile del Centro di Geriatria e Terapia del dolore della II Clinica Medica del Policlinico Umberto I di Roma
Nicoletta Orthmann, Coordinatore medico-scientifico presso Fondazione Onda (Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna e di genere)
Paolo Fedeli, Medical Director di Sandoz SpA
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