Il Cairo, 11 dic. (askanews) - Dal Papa all'imam egiziano, dalla farnesina all'Unione Europea: una condanna dura e unanime all'attentato contro i cristiani copti al Cairo. Domenica nella capitale egiziana una bomba è esplosa nel corso della messa nella chiesa di San Pietro e Paolo causando una strage: sono 25 le vittime tra i fedeli che stavano assistendo alla celebrazione.
L'attentato non è al momento stato ancora rivendicato. I copti costituiscono circa il 10% della popolazione egiziana e sono stati spesso vittime di discriminazioni e persecuzioni da parte della maggioranza musulmana. Nell'esplosione altre 31 persone sono rimaste ferite.
Secondo fonti della sicurezza una bomba con 12 chili di Tnt dovrebbe essere stata la causa dell'esplosione. "Stavo uscendo dalla chiesa e poi ho sentito una grande esplosione e c'era tanto fumo e le persone hanno iniziato a correre e urlare", ha traccontato uno dei sopravvissuti, Jackline Abdel Shahid. "Poi sono iniziate ad arrivare le ambulanze e hanno portato fuori parti di corpi". "Dove erano le forze di sicurezza? . Ora le strade sono piene, ma è troppo tardi. Come possono accadere cose simili?", ha lamentato Gebrail Ebeid. Decine di persone si sono riunite fuori dalla chiesa per protestare e chiedere le dimissioni del ministro degli Interni.
Quello di domenica, in concomitanza con l'anniversario della nascita del Profeta Maometto, è il peggior attacco contro la minoranza copta dall'attentato kamikaze del 2011 in cui morirono 20 fedeli che si trovavano fuori da una chiesa di Alessandria.
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