Anticamente il passo era chiamato semplicemente monte di alocco (mont de aloch), laddove il termine aloch o alochet indicava i vasti prati dove pascola tutt'oggi il bestiame. Il toponimo Alochet è tuttora esistente ed indica una località posta a circa cinque chilometri dal passo verso Moena. Durante l'epoca delle crociate verso la Terrasanta, il passo fu un importante valico lungo la strada che collegava la Germania al porto di Venezia[1].
Il 14 giugno 1358 la comunità moenese concesse ai frati dell'ordine di San Pellegrino delle Alpi di costruire un ospizio per i viandanti su un terreno chiamato Camp de la rota vicino al "rio Allochi", al confine del principato vescovile di Bressanone. Da allora il passo prese il nome di San Pellegrino. Tuttavia, a causa dell'estrema povertà dei frati, che vivevano solo di elemosine (al contrario di altre comunità monastiche che potevano sfruttare le rendite fondiarie), l'ospizio del passo San Pellegrino venne gestito dal 1453 direttamente dalla Regola di Moena, la quale nominava un proprio priore laico. Nel 1915, allo scoppio della prima guerra mondiale l'ospizio (che si trovava di fronte alla chiesetta di Sant'Antonio, ma sul lato opposto della strada) venne totalmente raso al suolo dai bombardamenti[2].
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