Il grande e famoso tempio dorico di Atena di Siracusa, di cui ci parla a lungo Cicerone, ha avuto la fortuna di venir trasformato nella bellissima Cattedrale che domina l’isola di Ortigia. Lo scudo di Atena rifletteva la luce, e faceva da riferimento per le navi, dall’acropoli siracusana. Certo, si chiusero gli intercolumni, si aprirono otto archi nella cella del tempio. Ma dentro e fuori l’edificio, quelle colonne restano lì, a testimoniare che l’Athenaion costruito periptero con il calcare del luogo - sei colonne sui lati corti e quattordici sugli altri - non ha mai smesso la sua funzione sacra in 25 secoli. Da quando lo fondò Gelone dopo la vittoria sui Cartaginesi, ai giorni nostri.
Meno bene andò a un altro famosissimo tempio, quello di Apollo. Probabilmente il più antico per i Greci d’Occidente, all’inizio del VI secolo a.C. Anche in questo caso divenne chiesa, poi moschea, infine caserma.
Eppure, una volta demoliti gli edifici moderni, ha molto da raccontarci. Racconti che ci fanno le colonne, enormi, monolitiche. Le sue decorazioni e, soprattutto, una più che rivelatrice iscrizione
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