Sappiamo di essere morti, è questa la choccante teoria del ricercatore Sam Parnia. Lo scienziato sostiene che la morte non avvine in un "momento specifico" ma è un "processo potenzialmente reversibile", determinato dal mancato o scorretto funzionamento degli organi vitali. Quando riusciamo a invertire questo processo, ci troviamo di fronte a un "arresto cardiaco", quando la rianimazione è vana allora possiamo parlare di morte. Secondo i dati il 39% dei sopravvissuti ad un arresto cardiaco ricordano i momenti tra l'arresto e la rianimazione e le loro testimonianze corrispondono a quelle dei medici. Il restante 61% invece non ricorda cosa sia successo e questo probabilmente è determinato dai sedativi a cui sono stati sottoposti. Di fatto il nostro cervello continua ad essere attivo per 20/30 secondi da quando il cuore cessa di battere, quindi la nostra mente è cosciente.
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