Commento di don Paolo Quattrone - sacerdote della diocesi di Aosta, parroco di Hône e Bard.
Martedì 9 luglio
Stiamo volgendo al termine del corso di preghiera che vi ho dato in pillole in queste settimane. Spero che questo percorso ci abbia aiutato a prendere maggior consapevolezza di ciò che è la preghiera, ci abbia messo la voglia di apportare qualche modifica, qualche accorgimento per rendere la preghiera più aderente a ciò che sono e che vivo riscoprendo in modo nuovo il mio rapporto con Dio. Credo che questo cammino sia stato un’opportunità per riscoprire la bellezza e l’importanza della preghiera scoprendo che ognuno deve cucirsela addosso come un abito su misura, in base a ciò che è, ai propri ritmi e all’età, tenendo però fermi alcuni punti fondamentali che riprendo qui di seguito: il silenzio e il segno di croce, le due chiavi fondamentali per entrare in relazione con la Trinità, poi invocare lo Spirito Santo perché è Lui che suscita, ispira e guida la preghiera. Quarto passaggio è l’ascolto, non parto in quarta sommergendo Dio di parole, richieste o lamentazioni ma ascolto cosa Lui ha da suggerirmi leggendo e meditando un brano della Sacra Scrittura o le letture del giorno o recitando la liturgia delle ore; dopo aver ascoltato allora posso aprire il mio cuore al Signore in modo spontaneo e recitando alcune preghiere che mi aggradano. Credo sia importante sottolineare un aspetto però: pregare è un’avventura affascinante che fa bene ma che richiede anche impegno e inoltre occorre essere consapevoli che ogni qualvolta ci addentriamo in questo territorio vi sono zone minate e soprattutto vi è un nemico, il diavolo che è sempre in agguato e che si inventa di tutto pur di allontanarci dalla preghiera o di disturbarla perché sa che ci fa bene e che ci avvicina a Dio. Il demonio agisce attraverso alcuni pensieri nemici che è bene conoscere per non farci fregare, ve li accenno nei prossimi giorni.
