Il 24 aprile alle 17.30 il CPIA di ASTI, l'Istituto Statale di Istruzione degli Adulti, in collaborazione con l’ISRAT organizza la diretta Streaming “M come Maestri, M come Maestre”. Ospite della serata sarà lo storico Mauro Bosia.
L’appuntamento rivolto ai nostri studenti e alla cittadinanza ha l'obiettivo di far conoscere e studiare la storia come insieme di esempi, narrazioni, come strumento di conoscenza del presente.
M come Maestri/e è un percorso alla ricerca di narrazioni all'interno della scuola e della resistenza.
Mauro Bosia definisce Il rapporto fra scuola e resistenza come complesso "Abbiamo deciso di presentare sotto tre punti di vista. In primo luogo, infatti, parleremo dell”’antifascismo dei maestri” – e, per esteso, di tutto il corpo docente. In questo caso la bibliografia è squilibrata: si parla molto di come il fascismo utilizzò la scuola in termini propagandistici ma quasi mai di come vissero quella stagioni gli insegnati, categoria fra cui, negli anni precedenti la Marcia su Roma, il movimento socialista e quello cattolico avevano ottenuto un notevole consenso. Grazie a testimonianze pubblicate di recente, ci soffermeremo su forme di resistenza “passiva” messa in campo dai docenti per depotenziare, ed in alcuni casi eliminare completamente, gli effetti militareschi e propagandistici dei programmi scolastici di regime."
Uno dei primi problemi con cui devono confrontarsi le Giunte popolari amministrative è quello della scuola, almeno a livello elementare, di cui incombe la riapertura in autunno: le repubbliche devono fornire i locali adeguati e gli insegnanti. I testi per tutto il ventennio fascista erano stati forniti direttamente dallo Stato, nella forma di un testo unico che insegnava ai giovanissimi a “credere, obbedire, combattere”. Si impone quindi anche l’elaborazione di nuovi programmi e nuovi testi.In mezzo alle devastazioni prodotte dalla guerra, è già difficile reperire i locali adatti: molte scuole sono state bombardate, altre adattate a rifugio per le famiglie rimaste senza casa o per gli sfollati delle città. I locali devono inoltre avere qualche adeguata forma di riscaldamento, e quindi è necessario procurare combustibile in misura sufficiente.Ma soprattutto bisogna inventare una scuola altra, impostata sui nuovi principi di democrazia.
Bosia precisa che questo cambiamento della scuola era già strumento per l’antifascismo:"Già prima del fascismo, le scuole e le biblioteche popolari, così come le scuole cattoliche, erano state un’importante veicolo di contenuti politici, morali e culturali per i ceti popolari. Durante la lunga stagione della dittatura, segnata da una società statica e costantemente sotto controllo, la formazione dei militanti del futuro diventa l’unica possibilità di manovra per i partiti antifascisti clandestini. Al confino di Ponza, fuorisciti a Parigi, riparati a Mosca, nelle baracche di un campo di concentramento oppure ancora in Italia, di nascosto, lungo le sponde di un fiume: è nelle scuole di partito e nella necessità di “seminare” i valori di libertà e democrazia che sopravvivono i movimenti antifascisti e che, forse anche inconsapevolmente, preparano la classe dirigente della repubblica."
Uno dei temi che si affrontano è quello del basso livello di istruzione di contadini e operai, si fa scuola nelle Carceri, nelle formazioni e nei campi partigiani, in mezzo ai combattimenti per la liberazione. Ciò che si delinea è un'esperienza di Istruzione degli Adulti, precedente a quella poi istituita dalla Repubblica Italiana con le 150 ore e di cui i CPIA sono la forma attuale.
A livello locale Mauro Bosia ci ricorda alcune esperienze significative: " Ad Asti il corpo docente ha dato un contributo significativo alla sopravvivenza dei valori democratici durante il ventennio e alla lotta di Liberazione. E nell’immediato dopoguerra sono particolarmente interessanti i progetti di formazione messi in piedi per la popolazione partigiana dall’Anpi di Perez, fra cui spicca una scuola convitto per operatori ortofrutticoli, tentativo di limitare il disagio della popolazione partigiana dopo la guerra fornendole una formazione tecnica e un’educazione democratica."
Con le dovute differenze, anche oggi il mondo della scuola si sta interrogando sul futuro, sulle strutture e sui saperi, quali insegnamenti trarre dalla storia della Liberazione?
Mauro Bosia è uno storico. Nato ad Asti e formatosi presso l’Università di Torino, ha dedicato i suoi studi alla storia della politica locale. Attualmente è insegnante alle scuole medie. Collabora con l’Istituto storico della Resistenza di Asti e sta curando una monografia su Felice Platone, esponente nazionale del PCI e primo curatore delle opere di Gramsci. Da molti anni impegnato politicamente, a gennaio 2020 è subentrato a Beppe Passarino in Consiglio Comunale.
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