A Luetzerath, il piccolo villaggio abbandonato della Germania settentrionale che il governo vuole abbattere per ampliare una miniera di carbone, gli scontri tra ambientalisti e forze dell’ordine si fanno sempre più intensi e hanno visto una protagonista: la fondatrice dei Fridays for future Greta Thunberg. La giovane ambientalista era giunta venerdì scorso sul luogo delle proteste per dare man forte agli attivisti tedeschi e con loro, nei giorni successivi, si è trovata faccia a faccia con la polizia per ben due volte.
La prima, con gli agenti che l’hanno accompagnata al di fuori del camping di protesta, e la seconda, dopo un invito a lasciare il sito delle proteste da parte della polizia, un secco rifiuto da parte dell’ambientalista e l’uso della forza da parte delle forze dell’ordine che l’hanno trascinata via dal sito.
Thunberg e gli attivisti di Luetzerath criticano la decisione del governo di Olaf Scholz di puntare sul carbone – il più inquinante dei combustibili fossili – come risposta alla crisi energetica.
Da parte sua il cancelliere tedesco respinge al mittente le accuse secondo cui gli obiettivi climatici della Germania sono a rischio esortando i manifestanti a protestare non tanto contro l’ampliamento della miniera di carbone ma contro le tempistiche necessarie per ottenere l’approvazione di una turbina eolica.
Una provocazione che non ha affatto scalfito la tenacia degli ambientalisti che hanno annunciato di voler rimanere lì fino a quando il governo non deciderà di ritirare il piano di ampliamento della miniera di carbone.
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