Vicenza, svolta nell’omicidio di Giulia Rigon: arrestato il compagno
C’è una svolta nelle indagini dell’omicidio della 31enne asiaghese Giulia Rigon, trovata senza vita nelle prime ore del 17 dicembre scorso all’interno del camper del compagno Henrique Cappellari, a Bassano del Grappa. I militari, in questi giorni, hanno ricostruito il rapporto, spesso conflittuale, tra Cappellari e la vittima. I due erano tornati a frequentarsi dopo che la giovane aveva trascorso un periodo in una comunità terapeutica residenziale a causa di disturbi psichici.Le condizioni di Giulia Rigon, stando a quanto riferito dai genitori della ragazza, ai quali Cappellari aveva impedito di avere un rapporto con la 31enne, ma anche dagli assistenti sociali e dalla professionista incaricata dall’amministrazione di sostegno, erano peggiorate a partire da novembre scorso, quando la giovane aveva iniziato a mancare dal lavoro e aveva manifestato la volontà di tornare a convivere con il compagno nel suo camper.Un ruolo cruciale ha assunto la relazione stilata dal medico legale che ha eseguito l’autopsia sul corpo della giovane e che ha di fatto smontato la versione difensiva. Il consulente ha accertato che tutte le lesioni riscontrate erano di recente produzione e incompatibili con una caduta accidentale a seguito di discussione come aveva riferito Cappellari ai militari. Sul dorso e sul torace della 31enne sono state rilevate fratture plurime e violenti traumi: la ragazza è stata presa a calci e punti mentre era prona a terra, quindi a determinare la morte è stato un violento pestaggio. Il cadavere di Giulia era stato rinvenuto alle prime ore del 17 dicembre scorso nel camper del compagno, a Bassano del Grappa. Sul suo corpo, segni che avevano a un primo esame fatto pensare che fosse stata selvaggiamente picchiata. Il 28enne, però, che aveva allertato i soccorsi e aveva detto di averla trovata già senza vita, aveva negato quell’ipotesi, affermando che, al contrario, quei lividi erano dovuti a cadute accidentali. Una versione ribadita anche il 19 novembre, quando il ragazzo era stato interrogato e aveva ammesso una lite ma non l’aggressione, ma che non aveva convinto gli inquirenti.L’esito dell’autopsia ha fatto crollare definitivamente la versione fornita dal ragazzo, che nelle scorse notti è stato ospitato in una comunità parrocchiale di Bassano del Grappa.Il giovane è finito in manette ed è stato condotto dai militari nella casa circondariale di Vicenza con l’accusa di omicidio aggravato.
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