Il servizio di Angelo Ruoppolo ( [ Ссылка ] ) Teleacras Agrigento del 30 agosto 2018.
Cinque ergastolani da innocenti, vittime del depistaggio delle indagini sulla strage di Via D’Amelio, parte civile contro tre poliziotti. Un milione di euro come provvisionale.
Ecco il testo:
I presunti mafiosi condannati da innocenti e detenuti all’ergastolo ingiustamente per la strage di via D’Amelio hanno presentato il conto allo Stato. Si tratta di 1 milione di euro come provvisionale, quindi come anticipo sul risarcimento complessivo. I condannati ingiustamente, nell’ambito del cosiddetto “depistaggio colossale”, come lo ha definito Sergio Lari, delle indagini sulla strage che provocò la morte di Paolo Borsellino e dei poliziotti di scorta, si sono costituiti parte civile all’udienza preliminare, in calendario il prossimo 20 settembre al Tribunale di Caltanissetta, del processo a carico del questore Mario Bo, e degli ispettori Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, che, secondo la Procura nissena, avrebbero costruito ad arte il falso pentito Scarantino. Inoltre, i condannati ingiustamente hanno chiesto, tramite i loro legali, che siano citati come “responsabili civili” la presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero dell’Interno. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Caltanissetta, Francesco Lauricella, ha accolto l’istanza e ha spedito le convocazioni per Palazzo Chigi, sede del governo, e per il Viminale, sede del ministero dell’Interno, che dovranno presentarsi innanzi al Tribunale tramite l’Avvocatura dello Stato. E la stessa Avvocatura dello Stato sarà presente al processo anche in rappresentanza del ministero della Giustizia, riconosciuto come parte offesa da quanto accaduto, che è stato svelato grazie soprattutto al pentito Gaspare Spatuzza, le cui dichiarazioni hanno determinato la revisione del processo conclusosi con le condanne al carcere a vita poi annullate. I condannati innocenti, costituiti parte civile, sono Cosimo Vernengo, Giuseppe La Mattina, Gaetano Murana, Gaetano Scotto e Natale Gambino. Non si sono invece costituiti in giudizio gli altri due ingiustamente ergastolani, Salvatore Profeta e Giuseppe Urso, che sono stati nel frattempo arrestati per mafia. L’avvocato Rosalba Di Gregorio, che insieme ai colleghi Giuseppe Scozzola e Giuseppe D’Acquì, assiste i cinque, commenta: “L’udienza preliminare che si celebrerà è un primo importante passaggio, ma, come dice la sentenza del quarto processo sulla strage Borsellino, dietro Scarantino non c’è stato un mero errore giudiziario. Bisogna piuttosto scoprire le ragioni del depistaggio. Alcuni dei fatti raccontati da Scarantino sono infatti davvero avvenuti, solo che i protagonisti erano diversi. Chi ha suggerito ai suggeritori?”. Ed in riferimento ai “responsabili civili” citati, tra governo e ministero dell’Interno, l’avvocato Nino Caleca, che assiste il questore Mario Bo, commenta: “La presenza del responsabile civile è un atto dovuto da parte di chi ritiene di aver subito un danno. Ma è anche un atto dovuto da parte delle Istituzioni che devono tutelare i propri uomini, ovvero i poliziotti. Già un altro Giudice per le indagini preliminari, a Caltanissetta, si è pronunciato su alcuni funzionari del gruppo “Falcone Borsellino”, fra cui Mario Bo. E quel giudice ha ritenuto totalmente innocenti i funzionari di Polizia”.
