Greta Thunberg, la giovane attivista svedese simbolo della lotta contro i cambiamenti climatici, è stata fermata dalla polizia olandese durante una protesta organizzata dal gruppo Extinction Rebellion.
La manifestazione aveva come obiettivo il blocco dell’autostrada A12, una delle arterie principali dell’Aja, per attirare l’attenzione sulla mancanza di azioni concrete contro la crisi climatica. Thunberg, insieme ad altri manifestanti, ha trovato un percorso alternativo per raggiungere l’autostrada e procedere con il blocco.
Questo gesto ha portato all’intervento delle forze dell’ordine, che hanno arrestato diversi partecipanti, inclusa Thunberg. L’attivista ventunenne è stata poi condotta in un van della polizia e scortata verso la centrale di polizia, mentre gli altri attivisti presenti nell’area continuavano a manifestare con bandiere e striscioni.
L’azione di Extinction Rebellion si inserisce in un contesto più ampio di proteste ambientaliste che si stanno svolgendo in tutta Europa. Solo pochi giorni prima, a Bruxelles, gli attivisti hanno bloccato Rue Belliard per chiedere al governo belga di porre fine ai sussidi ai combustibili fossili.
La situazione all’Aja non è un caso isolato, ma rappresenta l’ennesimo capitolo di un dibattito globale sull’urgenza di affrontare il cambiamento climatico e sul ruolo che l’attivismo può giocare in questa battaglia. Le azioni di Thunberg e di Extinction Rebellion sollevano questioni importanti riguardo alla libertà di espressione, al diritto di protesta e alle responsabilità dei governi nel garantire politiche ambientali efficaci.
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