Lele Mora, all'anagrafe Dario Giulio Alessandro Gabriele Mora (Bagnolo di Po, 31 marzo 1955), è un manager ed ex talent scout italiano.
Coinvolto in diversi procedimenti giudiziari e in inchieste di grande impatto mediatico, è stato condannato per evasione fiscale, bancarotta fraudolenta e favoreggiamento della prostituzione per una pena complessiva di 6 anni e un 1 mese di reclusione che Mora ha scontato in affidamento alla comunità Exodus di don Antonio Mazzi.
Inizialmente direttore di saloni da parrucchiere, nel 1978 inizia a fare l'assistente per Loredana Bertè. Nel 2000 apre a Milano la LM Managements. Estende l'iniziale attività di manager sportivo anche al mondo della musica e dello spettacolo, e affianca all'attività di agente l'organizzazione di "eventi" aziendali, divenendo lui stesso showman e uomo immagine[1]. Cura l'immagine di molti artisti, proponendoli nell'ambito televisivo e delle sponsorizzazioni come testimonial.
Tra i personaggi che sono o sono stati in passato sotto contratto con la sua agenzia vi sono Simona Ventura, Adriano Lopez de Onate, Alberto Castagna, Alda D'Eusanio, Luisa Corna, Maria Teresa Ruta, Marco Balestri, Mirka Viola, Naike Rivelli, Andrea Savinelli, Christian De Sica, Aída Yéspica, Remo Girone, Sabrina Ferilli, Valeria Marini, Walter Nudo, Costantino Vitagliano, Cecilia Capriotti, Rocco Casalino, Fabrizio Corona e l'ex-Presidente della Camera Irene Pivetti.
Nella stagione 2008 avvia il progetto "Lele Mora House" prestando il nome ad un famoso locale di Desenzano del Garda su richiesta della gestione dell'epoca. Il locale riscuote un grande successo e ospita star internazionali del calibro di Paris Hilton. Il 3 aprile 2008 il locale subisce un incendio doloso, la stessa notte in cui Lele Mora viene assolto dalle accuse che gli erano state rivolte durante il caso di Vallettopoli. Dopo alcuni mesi, viene ritenuto colpevole dell'incendio il responsabile della sicurezza del parcheggio del Sesto Senso, un'altra discoteca di Desenzano (anch'essa andata a fuoco), il quale avrebbe appiccato le fiamme al locale di Lele Mora. Tuttavia, assieme al presunto incendiario, vengono indagati anche Leo Peschiera e altri cinque suoi soci, tutti gestori del Lele Mora House, i quali avrebbero precedentemente malmenato il sospettato dell'incendio al locale da loro gestito.[2]
Mora non ha mai nascosto le sue forti simpatie di fascista, essendo stato ripreso nel documentario cinematografico Videocracy - Basta apparire nell'atto di sfoggiare con il proprio videofonino alcune immagini fasciste e più svastiche naziste, oltre che una suoneria sulle note di Faccetta nera.[3]
Il 27 settembre 2010 Lele Mora, interrogato dai pm nell'ambito dell'inchiesta relativa al crac della Corona's srl, disse: "Ebbi una relazione con Corona, spesi per lui circa 2 milioni di euro nel periodo 2004-2006. I soldi provenivano da fatture false. Gli ho comprato 8 autovetture a partire da una Audi cabriolet per arrivare alla Bentley Continental. Anche l'appartamento a Milano in via De Cristoforis gliel'ho comprato io, o meglio, ho rifornito Corona di circa 1 milione 500 mila euro in contanti che doveva utilizzare per l'acquisto dell'appartamento".[4]
Nel marzo del 2013 ha presentato al circolo della stampa di Milano il libro La mia verità sui 407 giorni trascorsi in carcere per bancarotta fraudolenta. L'incontro è stato introdotto da Platinette, che Mora ha scelto come agente. Per l'occasione ha parlato di Fabrizio Corona ("È malato, soffre di disturbo bipolare") e di Silvio Berlusconi ("Non lo sento e non lo vedo dal 7 gennaio 2011; come capita spesso ai re è un uomo molto solo che si è circondato di persone sbagliate. Forse lo sono stato anch'io"").[5]
Nel gennaio del 2017 entra a far parte dello staff della tennista Camila Giorgi e a settembre torna a fare l'agente di Simona Ventura, Claudio Lippi e della modella Cicelys Zelies.[6]
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