Torniamo a parlare della Strage alla Stazione di Bologna: apparterrebbero a due persone diverse, entrambe di sesso femminile, i reperti organici ritrovati all’interno della piccola bara di Maria Fresu, una delle 85 vittime dell'attentato i cui resti sono stati riesumati. Ci sarebbero altre tracce di Dna femminile nei reperti organici ritrovati all’interno della bara di Maria Fresu, una delle 85 vittime della strage alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980, i cui resti sono stati riesumati lo scorso 25 marzo nel cimitero di Montespertoli dai periti incaricati dalla Corte d'Assise di Bologna che sta processando l’ex terrorista Gilberto Cavallini. E’ quanto riferisce l’agenzia di stampa Adnkronos, una notizia che potrebbe portare a 86 il numero delle vittime della Strage. Quel corpo in più potrebbe essere la terrorista che trasportava l’ordigno, una valigia esplosiva. La scoperta è stata comunicata ai periti delle parti, convocati al Dipartimento di Biologia Evoluzionistica dell'Università di Firenze dal perito della Corte, la biologa genetico forense Elena Pilli, capitano del Ris dei carabinieri di Roma, che è riuscita a estrarre 24 marcatori - ne occorrono almeno 9 - dei profili del Dna nucleare e mitocondriale dal materiale consegnatole e ufficialmente attribuito alla Fresu. Il Dna mitocondriale va a identificare un numero di persone che discendono dalla stessa linea femminile, al contrario il Dna nucleare definisce un solo unico soggetto. Il materiale organico esaminato dalla biologa - un lembo facciale, un piccolo scalpo con una chioma nera, un frammento parziale delle dita della mano destra e un frammento di mandibola in prossimità del mento con alcuni denti - sarà comparato, nei prossimi giorni, con il Dna di due parenti di Maria Fresu che hanno dichiarato la propria disponibilità: il fratello Bellino e la sorella Isabella, convocati dalla dottoressa Pilli per procedere al prelievo salivare del Dna. Il deposito della perizia è previsto per il prossimo 20 settembre, mentre per il 23 è fissata la prossima udienza del processo a carico di Gilberto Cavallini. I legali dei terroristi ipotizzano l’esistenza di un’altra vittima mai accertata prima che, nella loro ricostruzione di parte, potrebbe essere tra gli esecutori materiali dell'attentato (per il quale sono già stati condannati Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini). Un’ipotesi che, secondo loro, potrebbe riaprire la pista del terrorismo internazionale, scartata in ogni sede processuale e grado di giudizio
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