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Il perfezionismo non è necessariamente patologico, tutti in diverse occasioni ricerchiamo la perfezione.
Che si tratti di un voto all’università, un lavoro impeccabile, un appuntamento organizzato nel minimo particolare.
Il perfezionismo può anche essere utile, ci spinge a dare il meglio e a migliorarci, ma in alcuni casi può diventare un comportamento patologico.
Possiamo definire il perfezionismo come la tendenza a voler apparire sempre perfetti, o a credere che sia possibile esserlo.
Come dicevo all’inizio un perfezionismo “sano” può essere d’aiuto nell’eccellere, il problema è sempre la rigidità.
Molte persone sostengono che il perfezionismo sia sempre negativo e che vada distinto dal cercare di esprimere il meglio di sé. Non condivido questa visione, se siamo flessibili possiamo scegliere di ricercare la perfezione, anche con la consapevolezza che in molti casi si tratta di qualcosa di irraggiungibile.
Tuttavia quando non riusciamo a tollerare il fallimento e l’imperfezione allora diventa un meccanismo patologico.
Molte persone si bloccano per paura di fallire, non concludono progetti, esami, obiettivi, o impiegano tempi lunghissimi per portarli a termine. Altre non perseguono un obiettivo a meno di non essere sicuri al 100% del successo.
Non è difficile immaginare perché il perfezionismo patologico e le ansie siano in aumento.
Siamo costantemente soggetti a valutazioni, critiche, correzioni e ricompense per tutta la vita. Fin da bambini la società pone l’accento sulla competizione, sanzionando gli errori che facciamo molto più di quanto premi i successi.
Secondo diversi autori possiamo distinguere diversi tipi di perfezionismo:
– Egocentrico (stabilire standard incredibilmente elevati per te stesso).
– Orientato verso l’altro (fissare aspettative incredibilmente alte per gli altri).
– Sociale (supporre che gli altri abbiano aspettative impossibili soddisfare nei nostri confronti).
Spesso le persone eccessivamente perfezioniste faticano a concepire i fallimenti come occasioni di apprendimento, li vivono come una catastrofe, sovrastimandone le conseguenze negative a lungo termine.
Perché il perfezionismo patologico è un problema per il nostro benessere
Come abbiamo detto il perfezionismo patologico può impedirci di raggiungere i nostri obiettivi.
Le persone con un più alto grado di perfezionismo sono più inclini a sviluppare episodi ansiosi e depressivi per via delle aspettative e degli standard troppo elevati che si pongono.
Spesso anche semplicemente riuscire a ridurre queste aspettative irrealistiche è sufficiente per attenuare queste sintomatologie.
Un’associazione molto frequente è quella tra perfezionismo e procrastinazione.
Questa tendenza alla perfezione e al porsi standard troppo elevati praticamente irraggiungibili può finire per portare le persona a continui rinvii.
Sappiamo bene che il fallimento è parte della vita, qualsiasi obiettivo ci poniamo difficilmente riusciremo a raggiungerlo senza prima sperimentare diversi fallimenti, soprattutto se si tratta di traguardi importanti.
Queste idee possono spingerci a rimandare l’agire, nell’attesa in cui arrivi un improbabile momento in cui tutto sarà perfetto, ma la realtà è che non succede praticamente mai di sentirsi pronti al 100%.
Quando il perfezionismo patologico diventa un problema che influisce negativamente su una o più aree della tua vita, il mio consiglio è quello di rivolgerti a uno psicologo.
Come ripeto sempre anche una sola seduta, condotta con le giuste logiche può fare la differenza.
Tuttavia cerchiamo di capire che cosa possiamo fare per cercare di ridurre questa tendenza.
La chiave principale per superare questo tipo di rigidità e quella di darsi la possibilità di sbagliare. Dobbiamo sbagliare anche volontariamente se necessario per capire che il nostro mondo non finirà perché non siamo perfetti, ma che al contrario, in questo modo ci apriamo alla possibilità di migliorarci.
Non ci può essere crescita e miglioramento senza errori e messa in discussione.
Perciò semplicemente puoi iniziare commettendo dei piccoli errori volontari e piano piano abituarti all’imperfezione. Magari dei piccoli errori nelle mail o nei messaggi che invii.
Ovviamente non sempre il perfezionismo è pervasivo in tutte le aree della vita, perciò è utile capire in quali circostanze si presenta in modo da intervenire con precisione.
Un altro strumento molto utile è la mindfulness che, tra le altre cose, può aiutarci a diventare più auto-compassionevoli.
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