MEDITAZIONE GUIDATA | BODY SCAN | SCANSIONE DEL CORPO
di Jon Kabat Zinn
Voce guida di Valerio Ziccanu Chessa
istruttore certificato di mindfulness protocollo M.B.S.R.
(Mindfulness Based Stress Reduction)
Il primo esercizio da praticare per avvicinarci a noi stessi attraverso la mindfulness consiste nel fare esperienza, con consapevolezza, del corpo fisico. Kabat Zinn denomina questa tecnica body scan e ne fa sin dall’inizio uno dei perni del suo programma per la riduzione dello stress. Il body scan rappresenta la perfetta esemplificazione concreta di cosa possa significare dirigere l’attenzione con consapevolezza. La percezione viene rivolta all’interno di noi, verso il corpo, un oggetto di pratica sempre presente alla nostra percezione: da esso originano sensazioni fisiche cui dedichiamo attenzione spostandoci da una zona all’altra.
L’esercizio non consiste nel cercare a ogni costo di percepire qualcosa, ma nel soffermarci su quello che c’è nel campo di coscienza corporea, distretto per distretto, accorgendoci delle sensazioni che sorgono, permangono, si intensificano, si affievoliscono, svaniscono.
Prima di addentrarci nella conoscenza consapevole del mondo e delle persone che ci circondano, infatti, è essenziale divenire in grado di radicarsi con sicurezza entro il perimetro dei confini corporei.
Le sensazioni fisiche che vanno e vengono nella coscienza sono le fonti più reali del nostro radicamento nella vita.
La fame, la sete, il desiderio sessuale, il piacere, il dolore, il respiro, tutti i nostri istinti ed anche la nascita e la morte sono eventi che hanno una fondamentale natura corporea. A volte questo ci può spaventare, poiché percepiamo la fragilità del corpo, il suo essere soggetto alla sofferenza, alla malattia, all’invecchiamento.
Il corpo ci pone di fronte ai nostri limiti, ma, proprio in virtù di ciò, esso può diventare il primo dei nostri maestri.
Anche se non pratichiamo ogni giorno una pratica impegnativa in termini di tempo, è importante darci, nel periodo in cui si sta praticando un protocollo mindfulness, qualche minuto in cui ci si dedichi per intero alla percezione cosciente del corpo, provando a chiudere gli occhi e sentirlo “da dentro”. Nel tempo si diventa capaci di distinguere tra una vasta gamma di sensazioni. Si può diventare più sensibili e imparare a riconoscere le diverse sensazioni corporee associate alla quiete, all’attività fisica, all’attivazione emotiva.
"Mindfulness" in inglese, approssimativamente tradotto con consapevolezza in italiano, è un termine che tenta di avvicinarsi a “Sati” che nell'antica lingua pali indica uno stato mentale di attenzione nel momento presente che in quanto tale ha la qualità di essere libera da pensieri condizionanti che portano sofferenza.
Nel buddhismo, la parola in pāli sati (sanscrito smṛti, sino-giapponese, pronuncia cinese nian, giapponese on'yomi nen o nem, in occidente reso anche con la parola inglese mindfulness) significa "consapevolezza, attenzione consapevole, studio attento", ed indica una facoltà spirituale o psicologica (indriya) che costituisce una parte essenziale della pratica buddista.
È il primo dei Sette Fattori dell'illuminazione.
La "retta consapevolezza" (pali: sammā-sati, sanscrito samyak-smṛti), o "retta presenza mentale, retta concentrazione", è il settimo elemento del Nobile Ottuplice Sentiero, il quale costituisce l'ultima delle Quattro nobili verità esposte dal Buddha. La meditazione buddhista incentrata sul sati è la vipassana.
Tra le possibili descrizioni dell'uso moderno della mindfulness, la più esaustiva è quella di Jon Kabat-Zinn, l’ideatore del protocollo MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction): “prestare attenzione con intenzione al momento presente in modo non giudicante”. La si può descrivere anche come un modo per coltivare una presenza più piena all’esperienza del momento, al qui e ora.
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