"Basta repressione" è il grido che accompagna la marcia dei giovani venditori ambulanti senegalesi da anni nel mirino delle forze dell'ordine e della propaganda securitaria di politici in cerca di visibilità e sempre a caccia di capri espiatori da dare in pasto ai propri elettori.
Gli ambulanti chiedono di poter uscire dalla clandestinità per poter cercare un lavoro regolare e vivere dignitosamente. Prima ancora di chiedere uno spazio dove vendere merce regolare, si battono per ottenere l'attenuazione della repressione, l'interruzione immediata degli "inutili e pericolosi blitz" delle forze dell'ordine che mettono a rischio la loro vita (sono all'ordine del giorno incident e contusioni). "Non è necessaria questa ferocia - spiega in perfetto italiano un giovane laureato di Dakar, che a Genova si trova a vendere occhiali da sole - sono sufficienti due persone che ci facciano l'eventuale sanzione come succedeva prima".
Anche gli stessi poliziotti chiamati a reprimere, per voce del Segretario Provinciale della Silp Cgil Polizia Roberto Traverso, non ne possono più e manifestano il loro disappunto rispetto a sterili politiche repressive che "tolgono risorse alle attività investigative di prevenzione" per accanirsi "mediaticamente" sui più deboli.
L'assessore alla Legalità Elena Fiorini distingue tra "gli ultimi anelli della catena" e chi "lucra sulla contraffazione", e promette un impegno da parte del Comune nell'accogliere la richiesta dei venditori ambulanti di poter avere uno spazio dove poter vendere la merce regolarmente, malgrado la legislazione in materia di immigrazione "non agevoli" i percorsi di regolarizzazione di chi si trova contro la propria volontà senza un permesso di soggiorno.
Interviste, riprese e montaggio Pietro Barabino
Le immagini dell'incidente sono tratte da: "Una giornata di normale amministrazione", video di Alexandru Teodorescu di GhettUP tv
Grazie a Mauro Musa e Pablo Oliva Mera dell'Associazione interetnica e antirazzista "3 Febbraio"
Genova, luglio 2013
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