La luce di un pomeriggio accecante sfuma sull’incanto della Baia del Silenzio a Sestri Levante, Liguria, mentre, appena dopo l’ultimo clic della nostra Chiara Mirelli, Mateo Retegui alza braccia faccia al cielo neanche avessimo vinto l’Europeo con un suo gol ed esclama, esultante: «Ce l’abbiamo fatta!». Ce l’abbiamo fatta sì, a portare a casa intervista e foto di quello che ci era stato descritto come un ragazzo tanto spavaldo in campo quanto timido e silenzioso fuori, ma, sarà stata la maglia della Nazionale con cui oggi spera di esordire nel campionato europeo contro l’Albania, o forse le dolci sensazioni provate al pensiero di trovarsi nella cittadina da cui il bisnonno paterno partì alla volta dell’Argentina – dove lui è nato e la sua storia di calciatore è cominciata – oppure la consapevolezza dell’eccellente stagione disputata insieme al suo Genoa, fatto sta che il giovanotto che ci siamo trovati di fronte ha dispensato sorrisi senza sosta e giocato con le parole come fa in partita: sempre all’attacco.
Intervista di Fabrizio Salvio 🎙️
🎥 Riprese: Minente Figliulo
🎬 Montaggio: Giulia Di Vitantonio
CAPITOLI:
00:00 Intro
00:39 Sentirsi italiano e vestire l'azzurro
01:56 Il debutto con l'Italia e l'inno
02:44 L'incontro con Mancini e Spalletti
05:13 I compagni e la nazionale
06:11 L'infanzia, la famiglia e i sacrifici
09:13 L'ossessione per il gol
09:51 L'amore per il Genoa e i suoi tifosi
11:21 Differenze tra calcio italiano e argentino
11:51 Obiettivi futuri
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